Evitare l’archivio

Anna Rizzo
2 min readApr 5, 2023

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Liberate i paesi dagli accademici, perché stanno creando dei ghetti.

La retorica del margine, traslata da bell hooks senza capire come agisce alimenta l’idea di esclusione. La retorica del margine avrebbe dovuto portarci all’azione ed avere il potere di liberarci dal quel non si poteva fare, “perché troppo piccoli, troppo giovani, troppo isolati”. Invece rimane una descrizione parassitaria dei luoghi. A furia di chiamare queste aree marginali si stanno cancellando le loro storie e dovremmo togliere tutte le etichette e non dare definizioni a questi territori, perché le diciture hanno il potere di diventare corazze.

La retorica del margine ha messo da parte il potere creativo per abbracciare il limite. Tutto ciò è voluto, da chi vuole mantenere il proprio ruolo, per accentrare il tema delle aree interne su di sé, senza portare avanti nessun tipo di ricerca. In Italia un classico ritardo accademico ha ignorato questo argomento, e se ne parla oggi come un mondo pateticamente residuale, per farsi riflessivo e sentimentale. Appiattendo l’argomento su ridicole tematiche linguistiche, come quella che attanaglia gli architetti se chiamare i paesi-borghi o i borghi-paesi. I problemi per questi territori sono ben più gravi, tra cui la mancata emersione delle contraddizioni che vivono gli abitanti, tra una ribalta che li vuole pronti a una nuova stagione turistica, nascondendo il lungo inverno che vivono da decenni.

La querelle se chiamarli borghi o paesi è da missione civilizzatrice, perché non li abbiamo scoperti noi e i paesani non sono comparse. Chiamare un borgo paese e paese borgo non fa nessuna differenza, perché lo decide chi ci abita in base a scelte anche opportunistiche, perché la garanzia dell’abitare in aree difficili dipende solo dalla capacità di produrre il reddito.

Rompere con l’omertà e con un ciclo di connivenze che si esprime in continue correzioni sull’effettiva condizione di queste aree, senza mai andare in profondità per paura di mettere a repentaglio la propria carriera o per piaggeria nei confronti dei politici locali.

Lo spopolamento che vuol dire solitudini non cercate, è la fatica del quotidiano nello svolgere operazioni come: raggiungere un paese vicino, trovare una farmacia, un centro nascita o raggiungere gli amici senza dipendere da nessuno.

L’osceno è comunicare che questi luoghi sono in forma, vitali ed eroici. “Resistere non serve a nulla” come ci ricorda Walter Siti. Resistere in territori dove la vita appare sempre più difficile serve solo a chi attraverso i bandi europei ha una visione avida e insaziabile di ridurre in merce qualsiasi luogo od esperienza da fare nel paese, devastando ogni aspetto sociale e ogni forma di relazione.

Evitare l’archivio. L’uso del termine margine fuori contesto lo ripresentifica ogni dove e costringe la politica e il linguaggio del giornalismo al malinteso dell’archiviazione.

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Anna Rizzo

Archeo-Anthropologist, Ethnographer. I map ancient cultures observing people & walking in the countryside. Mail: studioannarizzo@gmail.com