Paesaggi del sottosviluppo

Anna Rizzo
3 min readNov 24, 2021

--

Abitare i disastri per saccheggiarli

Annina — Marsala (TP) foto dell’adorato Giulio Rivelli

“I modelli esemplari” che parlano di paesi, di borghi e di territori sono intrisi di misoginia, di odio per le donne e per tutte le categorie sociali che non si allineano alle loro vessazioni da subire e da reiterare. Le radici, la famiglia e il ritorno: modelli presi in prestito che evocano un atteggiamento reazionario e conservatore senza risolvere il vero problema, quello delle disuguaglianze.

Che poi nel manifesto sulle aree interne che hanno stilato, cercando di non dimenticarsi nessuno, si parla di razza. Ma fino a quando non se ne accorgono, si procede senza metodo. Restanza e resilienza applicate ai territori stanno diventando due categorie psichiatriche, senza una critica sociale, senza discernere, senza informarsi su cosa arriva poi ai territori marginali. Non arriva nulla, lo sanno, perché sono solo un fondale, su cui proiettare slide. Ricercatori, accademici, innovatori tutti maschi, ma soprattutto teorici, che odiano le donne, misogeni, vessatori che si muovono in maniera schiacciante, si occupano di sensibilità dei territori, dei paesi, dei borghi, parlando solo delle infrastrutture, che inserisco nella mia personale scala sociale di omemmerd. Nel 2021 i convegni sui territori sono spogliatoi e non hanno nessun valore, perché sono tutti maschi.

I giovani nelle aree interne, quelli che riescono a partecipare ai sondaggi sono lo o,oooo1%; il resto che davvero vive nei paesi marginali, non studia, non lavora e non fa nulla. E sul loro abbandono non esiste nulla, anzi, esistono proprio questi convegni, che sulle disuguaglianze degli altri creano interessi, si capitalizza il margine per creare nuovi lavori al servizio di quell’abbandono, come nei paesi del terzo mondo, diventando trappole del sottosviluppo.

I paesani sono gli invisibili da sempre, e questa trasparenza è un capitale. Le promesse politiche stavolta sono fatte tra coetanei, da giovani chiamati alla leva, al richiamo del bando che finalmente può trasformarli in qualcuno, pur vivendo altrove.

La strategia dell’esclusione, del parlarne in maniera superficiale perché i divari sono incolmabili, che tra poco riveleranno che anche le infrattuture e i servizi sono inaccessibili, perché l’Italia da sempre è terra di disastri, di dissesti, di terremoti e di abbandoni. Così come è terra di mafia, soprattutto rurale per le provincie, e non se ne parla tanto, perché sono soprattutto giovani agricoltori e pastori, che fanno parte di quella schiera della comunità impresentabile, e le violenze che subiscono vengono indicizzate come problemi personali.

Per chi si occupa delle aree interne, sotto la dicitura problemi personali c’è la violenza di genere, la mancanza di ospedali, di medici, geriatri e pediatri, la mancanza di scuole, poste, corriere, lavoro, biblioteche, spazi culturali, una socialità densa, che vengono risolte con se l’è andata a cercare o con la conciliazione tra tempi di lavoro e i tempi della famiglia delle donne.

Un interesse calcolato, che si estinguerà appena questa vagonata di soldi sarà redistribuita, lasciandosi alle spalle nemmeno le macerie, ma solo il nulla.

--

--

Anna Rizzo

Archeo-Anthropologist, Ethnographer. I map ancient cultures observing people & walking in the countryside. Mail: studioannarizzo@gmail.com